18 settembre 2016 – La settimana scorsa l’Istat ha diffuso i dati sulle esportazioni delle regioni italiane relative al primo semestre 2016. A livello nazionale, se si guarda alle variazioni percentuali rispetto al 2015, l’agricoltura italiana (insieme alla silvicoltura e alla pesca), ha visto aumentare le vendite estere dell’1,7% mentre, quelle alimentari (bevande incluse) sono cresciute del 3,2%.


Il contributo delle Regioni Italiane all’export agroalimentare (I sem 2016, valori medi%)

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Fonte: Ufficio Studi CIA su dati Istat


Se si analizza il contributo medio delle singole circoscrizioni territoriali, durante i primi sei mesi dell’anno, l’area nord-est del Paese ha confermato la propria leadership con oltre il 41% delle esportazioni agroalimentari nazionali. Un primato realizzato grazie alla spinta del Veneto e dell’Emilia Romagna che, insieme, hanno esportato oltre un quarto (27%) delle vendite agricole ed il 32% di quelle alimentari. A seguire, il 25% delle spedizioni agroalimentari made in Italy, è riferibile ai territori dell’Italia nord-occidentale, al cui interno la Lombardia e il Piemonte hanno inciso, rispettivamente, per il 12% e per il 10%. Continuando, il mezzogiorno ha esportato nel periodo gennaio-giugno il 25% delle vendite agricole italiane di cui, il 22%, realizzato congiuntamente dalle regioni Puglia, Sicilia e Campania. Quest’ultima, ha inoltre confermato la sua vocazione, produttiva e internazionale, verso i trasformati con una quota pari all’8,6% del totale. Infine il Centro Italia dove, a contribuire maggiormente al 13% dell’export agroalimentare italiano, sono state la Toscana, in particolare sul fronte dei prodotti alimentari con una quota del 7,1% e il Lazio, che ha venduto all’estero il 4,6% delle esportazioni agricole del centro Italia.


Esportazioni agroalimentari nel primo semestre 2016: variazioni tendenziali e perfomances regionali

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Fonte: Ufficio Studi CIA su dati Istat


Passando all’analisi delle dinamiche rispetto ai primi sei mesi del 2015, sul fronte delle esportazioni agricole, eccezion fatta per il Mezzogiorno (-4,2%), tutte le altre circoscrizioni hanno fatto segnare una variazione positiva. A guidare la classifica, sono stati i territori dell’Italia Centrale (+6%), seguiti da quelli del Nord Est (+4,5%) mentre, le vendite estere del Nord-Ovest, sono cresciute in un anno meno dell’1% (+0,9%). Nell’ambito dei cibi e delle bevande, invece, la ripresa è stata diffusa in tutte le circoscrizioni con i territori del centro Italia che, così come accaduto per le esportazioni agricole, hanno fatto segnare la migliore performances annua (+6 %).

In ordine ai dati delle singole regioni, le esportazioni agricole sono cresciute in valore ad un ritmo percentuale particolarmente sostenuto nella Calabria (+37% rispetto al primo semestre 2015) e in Umbria (+23%). In contrazione, invece, le spedizioni agricole della Puglia (-29%) delle Marche (-6%), della Lombardia (-4%) e del Trantino (-3%). Per quel che riguarda l’alimentare, la Sicilia e la Calabria sono state le realtà con la crescita percentuale più elevata (entrambe +9%), Battuta d’arresto, per le vendite estere di cibi e bevande della Valle d’Aosta (-21%) e della Basilicata (-5%).


I principali mercati di sbocco dell’export agroalimentare nel I semestre 2016 (valore, incidenza %)

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Fonte: Ufficio Studi CIA su dati Istat


L’analisi dei mercati di sbocco, infine, pone in risalto la forte incidenza del mercato comunitario che ha rappresentato la prima destinazione per tutte le circoscrizioni territoriali, con i livelli massimi fatti registrare dalle spedizioni agroalimentari del Nord Est (71% del totale). Per quel che riguarda gli altri paesi, si deve registrare la forte propensione delle regioni centrali ad esportare verso l’America settentrionale (25% del totale territoriale nei primi sei mesi del 2016, con una forte incidenza degli USA). La vendita di prodotti agroalimentari in Asia, ha invece rappresentato una percentuale prossima al 10% all’interno di tutte e quattro le circoscrizioni territoriali.


Fonte: Cia nazionale