L’evento nella Settimana della Legalità per ricordare le vittime della violenza criminale
Un evento culturale, associativo e sociale per dire no alla mafia, alla corruzione e alla criminalità organizzata. È stato questo il filo conduttore della giornata nel Bosco dei Cento Passi a San Vito di Gaggiano (Milano), a cui ha partecipato anche ASeS.
La Ong di Cia-Agricoltori Italiani era presente grazie al progetto “100 Passi tra agroecologia e inclusione sociale” finanziato da Fondazione Cariplo, di cui ASeS è capofila in partenariato con la Coop. Sociale Contina di Rosate che, a sua volta, è affidataria della gestione del Parco, area confiscata a un clan mafioso.
Due i programmi in corso: la valorizzazione agricola dei terreni, grazie all’inclusione di persone con disagio che vengono formate per accedere al mondo del lavoro, e la manutenzione e cura del bosco per renderlo fruibile a tutti i cittadini.
La manifestazione, nell’ambito della Settimana della Legalità, è stata anche l’occasione per ricordare tutte le vittime di mafia, partendo da quelle uccise nel Milanese. Presenti all’evento alcune della massime istituzioni del territorio: la presidente della Commissione Antimafia Regione Lombardia, il sindaco di Gaggiano, il responsabile dell’Usr Lombardia, il delegato Ambiente e Legalità Città Metropolitana Milano, il coordinatore regionale Avviso Pubblico, alcuni familiari delle vittime di mafia, due scolaresche e tutte le associazioni partner del progetto. A coordinare la giornata, don Massimo Mapelli della Libera Masseria di Cisliano, bene confiscato alla mafia e diventato punto di riferimento del territorio.
“Punto fondamentale della cultura e dei valori di ASeS è il concetto di legalità e questo terreno è il simbolo per eccellenza dell’affermazione della legalità rispetto alla mafia”, ha spiegato Dario Olivero di ASeS Lombardia, mentre venivano poste nuove targhette nei pressi degli alberi con incisi i nomi delle vittime della criminalità organizzata.
“La legalità in senso assoluto è elemento trainate di tutta la nostra attività -ha ribadito la presidente nazionale di ASeS, Cinzia Pagni-. Per questo abbiamo un protocollo con Libera, sia a livello nazionale che a livello internazionale e, insieme a loro, lavoriamo contro ogni forma di sfruttamento e sopruso che si traduce anche nel diritto di poter coltivare le terre, di poter stare sui propri territori. In Paraguay, il posto dove ASeS è arrivata prima, si è tanto lottato per dare le terre ai Campesinos, adesso purtroppo si ritorna indietro, i contadini vendono le terre ai narcotrafficanti e vanno alla ricerca di una vita migliore in città, che puntualmente non trovano, per finire nel vortice della schiavitù”. Perché “senza legalità, non ci sarà mai un’agricoltura sostenibile per chi lavora la terra. Questo progetto ne è un esempio e una testimonianza: attraverso la legalità ci si riappropria di un terreno, lo si consegna a una comunità che, attraverso il lavoro, lo restituisce alla fruizione dei cittadini. La criminalità organizzata non l’ha sempre vinta -ha aggiunto Pagni- e quello che oggi vediamo ne è una conferma”.
Del progetto fa parte anche un sito, presentato nel corso della giornata, creato anche con il contributo di ASeS, accessibile pure tramite QR Code, nel quale sono disponibili le storie delle vittime della mafia, quelle più note ma anche quelle di personaggi sconosciuti al grande pubblico. Oltre alle storie delle vittime della mafia, sul sito ci sono anche le storie del Bosco, le attività della cooperativa, il frutteto inusuale e le attività degli altri partner.
Fonte: Cia nazionale