Dindalini (Direttore Cia Arezzo): “Momento particolarmente delicato in frutteti e vigneti dove è ormai prossima la raccolta. Oliveti già stressati dalla siccità in difficoltà. I nostri tecnici sono in campo per la raccolta delle segnalazioni”. Stefani (Presidente Cia Arezzo): “Nuovi strumenti per rispondere alle calamità naturali. Il sistema delle assicurazioni non basta”

Anche nella provincia aretina sferzata da raffiche di vento di eccezionale violenza e investita da sventagliate di grandine e da violenti nubifragi, gli agricoltori sono impegnati nella conta dei danni.

“Frutteti ormai pronti per la raccolta, vigne dove è già scattato countdown per la vendemmia, oliveti stressati dalla siccità e dal caldo hanno dovuto sopportare l’aggressione di un’ondata di maltempo di portata straordinaria, evidente spia del cambiamento climatico in atto”, commenta il direttore di Cia Arezzo Massimiliano Dindalini. E aggiunge: “I nostri tecnici sono impegnati su tutto il territorio per la raccolta delle segnalazioni dei problemi registrati alle coltivazioni e agli impianti. La situazione è diversificata di zona in zona. Come ormai accade da tempo, infatti, i fenomeni sono spesso improvvisi e concentrati su aree geograficamente ristrette. Siamo in una stagione particolarmente delicata per l’agricoltura: adesso basta davvero poco per vanificare gli sforzi di un anno di lavoro”.

Grande l’amarezza degli imprenditori agricoli, che, oltre a doversi confrontare con i rincari delle materie prime e dell’energia e con la difficoltà a reperire manodopera, sono alle prese con le avversità meteorologiche.

Un sentimento rappresentato da Serena Stefani, Presidente di Cia Arezzo che chiede alla politica e alle istituzioni un cambio di passo.