Un rapporto mai risolto. Infrastrutture e servizi per garantire dignità, uguaglianza e sviluppo socio-economico

di Alessandro Del Carlo


Il tema del rapporto fra città e campagna è antico nella storia della società Toscana. Fasi di progresso economico e sociale sono state determinate quando governanti illuminati hanno compiuto scelte lungimiranti, come nel caso dell’editto Pietro Leopoldo sull’edilizia rurale che fra il settecento e l’ottocento dette luogo a una grande innovazione delle strutture agrarie in termini di produttività e di miglioramento delle condizioni della vita abitativa dei contadini.

Le “case dei lavoratori” cioè dei contadini non erano un “bell’aspetto che lusinga gli occhi degli stranieri”; erano infatti, case basse, piccole e malsane, in alcuni casi dimore improprie come grotte e capanne di materiale vegetale.
La scelta di Pietro Leopoldo di intervenire sulle strutture edilizie per realizzare le Case Coloniche e le Regie Fattorie, dove erano previste anche nuove e migliori condizioni abitative dei contadini, fu dettata sia da ragioni economiche che da motivazioni etiche.

Era una scelta anche culturale, una visione diversa dello sviluppo; “l’impronta della città sulla campagna” come ricordava Emilio Sereni.

In sostanza, si può dire anche così; se i contadini stavano meglio ed in salute, lavoravano e producevano di più compreso il fatto che l’aspetto del dominio sociale sui contadini non necessariamente doveva esprimersi attraverso una condizione miserevole degli stessi.

Anche in epoca successiva le battaglie del movimento contadino per i patti agrari con il superamento della mezzadria, per il diritto all’assistenza sanitaria e alla pensione, sono state lotte che hanno avuto il merito di unire il miglioramento delle condizioni di vita dei contadini e l’estensione dei loro diritti imprenditoriali e sociali, alla modernizzazione dell’agricoltura nel senso anche dell’innovazione tecnologica e colturale. Quell’evoluzione che ha visto l’agricoltura passare dalla quantità produttiva alla qualità, dalla protezione alla competizione, dall’azienda all’impresa, che ha portato sviluppo e ricchezza diffusa.

Quindi diritti, dignità e condizioni materiali di vita degli agricoltori e delle persone, sono direttamente proporzionali alla qualità dello sviluppo dei territori rurali.

Così come un moderno sistema dei servizi civili e socio sanitario è direttamente proporzionale alla competitività economica delle aree rurali. Infatti, economia e sociale non sono in antitesi, ansi devono intendersi come politiche integrate capaci d’intervenire nel contesto territoriale e sociale per dare alle popolazioni uguaglianza nei diritti e opportunità alle imprese. Per questo il tema dei servizi sociali e civili diventa centrale per lo sviluppo e la competitività delle aree rurali e dei sistemi economici locali.

Servizi e infrastrutture capaci di creare la giusta connessione fra aree interne e aree urbane, fra città e campagna, dove il tema dei diritti all’accesso ai servizi non deve conoscere differenze fra le persone; dove il sistema socio sanitario è organizzato in un’ottica di “moderno welfare territoriale”, finalizzato alla tutela sociale, alla qualità della vita e al benessere delle persone. L’agricoltura, l’impresa agricola può dare un originale contributo attraverso l’esperienza ormai crescente le imprese che operano nel campo dell’agricoltura sociale come nuovo servizio al territorio nell’ambito delle diverse esigenze di accoglienza e inserimento sociale.

Quindi, le battaglie che stanno portando avanti la Cia e l’Anp per i servizi nelle aree rurali, dagli uffici postali, le scuole, le farmacie, le agenzie bancarie, per viabilità e trasporti efficienti, la banda larga; così come i servizi sociosanitari, gli ambulatori medici (case della salute) la difesa degli ospedali di prossimità, i servizi di emergenza e urgenza, l’assistenza alle disabilità e le non autosufficienze, sono portatrici di valori di sviluppo e di progresso.

Insieme alla battaglia insistente per ottenere pensioni giuste e dignitose affinché gli anziani siano tutelati e valorizzati nella loro condizione sociale. In sostanza, è un impegno motivato da una visione della società nella quale lo sviluppo economico si unisce al progresso sociale. Forse partiamo da ragioni antiche, ma è quanto di più moderno e attuale e, mi si permetta di dire, necessario e urgente per il nostro paese.


Tratto da Dimensione Agricoltura n. 5/2018