Non piove dallo scorso autunno. Situazione difficile in tutta la regione e per gran parte delle coltivazioni. Il nostro viaggio fra le campagne con le Cia provinciali

A cura di Marco Failoni | Dimensione Agricoltura luglio-agosto 2017


Estate a secco. L'agricoltura toscana ha seteEstate a secco. Un’estate come non si vedeva da tempo, dal 2002 per la siccità, dal 2003 per le temperature eccezionalmente elevate. Soffrono le coltivazioni, soffrono gli allevamenti, a cui in molti casi mancano acqua e cibo. Dalla ricognizione effettuata dai tecnici Cia presenti sul territorio, emerge un quadro estremamente preoccupante, sia perché risulta già compromessa parte delle produzioni dell’annata agraria, sia per le conseguenze che potrebbe avere il perdurare della siccità in assenza di adeguate iniziative finalizzate a superare l’emergenza in atto.

Il quadro, purtroppo – sottolinea la Cia Toscana -, si presenta sostanzialmente generalizzato ed uniforme in tutta la regione, pur con alcune specificità territoriali.


Siccità. La situazione delle colture in Toscana

  • Olivicoltura. Siamo passati da una fioritura eccezionale ad un’allegagione ridottissima. Questo è stato il primo effetto della siccità. Ora si assiste ad una cascola delle olivine allegate molto consistente e diffusa. Il danno medio è già molto consistente (attorno al 50% sulle rese ordinarie). Danno destinato a crescere con il perdurare di questa situazione climatica.
  • Foraggi. Effettuato solo un taglio di fieno negli impianti di medica quando in condizioni normali se ne fanno almeno tre. La perdita di produzione diretta non sarà inferiore al 30%. Supererebbe il 50% se dovesse persistere questa situazione di siccità, mettendo a rischio l’attività zootecnica.
  • Cereali. Le trebbiature delle colture autunno-vernine sono in pieno svolgimento. Si segnalano ovunque basse rese. Ad oggi (prima settimana di luglio) non è possibile fare stime attendibili, ma dai dati che registriamo in questi giorni, possiamo immaginare una perdita sicuramente superiore al 30%. Più grave è la situazione delle colture primaverili (come il mais) per le quali buona parte dei raccolti risultano già compromessi, con danni stimabili del 60-80%.
  • Viticoltura. Ad oggi non si registrano danni evidenti ed importanti. Tuttavia il permanere dell’attuale situazione determinerebbe gravi danni alla produzione viticola.
  • Ortofrutta. Per il comparto ortofrutticolo la situazione si presenta articolata. Le colture irrigue per ora non subiscono danni, ma le imprese hanno costi di approvvigionamento idrico più elevati. Inoltre, anche per l’ortofrutta la preoccupazione è legata all’incertezza sulla disponibilità idrica per i mesi futuri, in caso dovesse perdurare la siccità.
  • Apicoltura. Si registrano riduzioni di produzione di oltre il 60%. Si sono salvate le fioriture primaverili anticipate, nonostante la gelata di aprile. Il rischio in qualche caso è che le famiglie si indeboliscano e non superino l’inverno se non aiutate.

Piano regionale di interventi urgenti: 22 pozzi nelle zone più critiche

Enrico Rossi, presidente della Regione ToscanaQuattro milioni di euro per 22 pozzi da fare subito, con urgenza, nelle zone più critiche della Toscana per risolvere la crisi idropotabile beneficiando di deroghe sui tempi amministrativi. È la richiesta al Governo contenuta nel decreto che il presidente Enrico Rossi ha firmato varando il secondo Piano straordinario per la gestione della crisi idrica e idropotabile in Toscana, che fa seguito della dichiarazione dello stato di emergenza regionale.

I primi 4 milioni saranno necessari per la realizzazione di 22 pozzi (5 all’Isola d’Elba, 3 in Lunigiana e Versilia, 7 in Valdelsa, 5 a Cecina e 2 a Volterra) che saranno conclusi tra la fine di agosto e i primi di settembre. «Sono lavori da fare subito – spiega Rossi – in tempi brevi nelle zone più in difficoltà.

Dal punto di vista dell’approvvigionamento idrico a uso potabile la Toscana ha messo a punto una quantità di opere negli anni passati, 112 interventi per 32 milioni di euro, grazie alle quali possiamo dire che è in sicurezza quasi tutta la regione.

Permangono però una serie di criticità, in Versilia, in Lunigiana e soprattutto all’isola d’Elba: verranno affrontate con questi interventi. Poi all’Elba in particolare, partirà entro la fine dell’anno il dissalatore per 14,5 milioni di euro di cui 2,5 milioni di risorse regionali, che risolverà in via definitiva il problema delle crisi idriche».


Per l’agricoltura toscana già stimati danni per 150 milioni di euro

Federica Fratoni, assessore all'agricoltura della Regione Toscana«Il 2017 è un anno nero per il deficit di pioggia» – ha affermato l’assessore regionale all’ambiente Federica Fratoni in una comunicazione in Consiglio regionale sulla crisi idrica.Il danno stimato per le attività agricole è complessivamente di circa 150 milioni di euro.

«Un punto dolente – ha detto la Fratoni – è dato dall’emergenza per il settore agricolo. La situazione in atto da tutto il 2017 ha determinato un impatto sulla vegetazione che ha coinvolto in particolare il sud della Toscana e la fascia costiera. È stato registrato un calo generalizzato della produzione dei cereali (in media del 20%, con punte del 60% a Grosseto e Siena). Più pesante la situazione delle foraggere, con produzione dimezzata al primo taglio e pessime previsioni per il secondo. Questo costringe gli allevatori di bovini ad acquistare il foraggio mentre il settore ovino registra una riduzione della produzione del latte. Forte criticità, inoltre, per l’apicoltura con un calo delle produzioni di miele del 60% e preoccupazione per l’olivo, per cui si prevede una riduzione della produzione del 50%. Sofferenze gravi anche per le colture cerealicole industriali e per quelle ortofrutticole».


Estate a secco. Viaggio nelle province

  • Problemi per l'approvvigionamento idrico in agricolturaAREZZO
    Particolarmente grave risulta la situazione delle foraggere, per le quali si registra già nel primo taglio una perdita del 50% del prodotto. Segnalazioni di gravi perdite produttive riguardano il miele, con aziende che stanno perdendo la totalità della produzione. Sul tabacco, ad oggi non vi sono problemi, se non per l’aumento dei costi di approvvigionamento, ma vi è preoccupazione sulla continuità della disponibilità di acqua irrigua nel caso dovesse perdurare l’attuale siccità.
  • FIRENZE / PRATO
    Si confermano i danni generalizzati in tutti i comparti. Preoccupa fortemente il quadro della zootecnia, per la scarsa produzione di foraggi. Per il settore olivicolo, si evidenzia come dal 2014 annus horribilis per danni da mosca, si sono succedute campagne regolarmente e abbondantemente inferiori alla media produttiva regionale. Non si possono sostenere per 4 anni consecutivi campagne disastrose. Se si confermerà un calo del 50% di olive, è pensabile che alcune realtà fra cui quelle cooperative non potranno superare questa fase di crisi.
  • GROSSETO
    La provincia di Grosseto risulta tutta colpita con danni evidenti, ma al momento non ancora quantificabili, alle colture foraggere (fieni, erbai, ecc.) ed ai cereali per i quali le operazioni di trebbiatura sono appena iniziate. Si registra carenza di foraggi, peraltro difficilmente reperibili anche sul mercato di altre regioni; per i cereali, in alcune zone della provincia hanno rinunciato a trebbiare, mentre i primi dati della raccolta presentano riduzioni anche dell’80 per cento. Per il pomodoro e l’ortofrutta crescono le preoccupazioni, a fronte dello stato dei corsi d’acqua e delle falde, con fenomeni già registrati di salita del cuneo salino e di abbassamento delle falde, che rendono problematici gli attingimenti. Per quanto riguarda l’olivo si registrano forti riduzioni di allegagioni, ma al momento non è quantificabile il calo, inoltre è assai probabile che il poco che è rimasto non giunga alla raccolta. Per la vite al momento non si hanno segnalazione di danni evidenti, ma se non dovesse piovere nei prossimi giorni la situazione diventerebbe assolutamente critica.
  • LIVORNO
    Fare un previsione sulla entità economica dei danni alla data attuale, non è semplice e si rischia di comunicare dati poco attendibili. Quello che è certo è che l’emergenza idrica interessa gran parte delle produzioni agricole ed ha riflessi pesanti anche sugli allevamenti. Per i cereali: dai primi dati raccolti sulle operazioni di trebbiatura, emergono rese ridotte. In alcune zone collinari gli agricoltori valutano sulla opportunità di procedere o meno con la raccolta. Foraggere: riduzione consistenti delle produzioni foraggere. La prospettiva è quella di non avere prodotto da reimpiegare nell’allevamento nel periodo invernale. Olivicoltura: dopo una buona fioritura il rischio è una riduzione drastica della produzione. Viticoltura: al momento non si segnalano danni, ma in alcune zone i viticoltori si stanno attrezzando per la irrigazione di soccorso. Problemi per i nuovi impianti che non hanno sviluppato un adeguato apparato radicale. Colture ortive: dove c’è disponibilità di acqua per uso irriguo, al momento l’emergenza non si pone. Problemi invece nascono per la programmazione delle colture prossime in secondo raccolto. Modifica dei piani colturali programmati, rispetto anche agli impegni con la cooperativa, Mancherà il prodotto. Pomodoro da industria: è la situazione più grave ed in taluni casi drammatica, come abbiamo denunciato già dalla fine dell’aprile scorso. Da una parte si era creata una aspettativa per la coltura, stante poche altre alternative da reddito. Lo stabilimento ItalianFood, in accordo con Asport si era impegnato quest’anno a trasformate 1 milione di quintali (rispetto ad 850mila quintali del 2016). La programmazione con i soci di Asport è stata concordata in modo da garantire un calendario di consegne che copra i giorni di lavoro necessari alla trasformazione. Già ora alcuni produttori stanno abbandonando una parte degli ettari trapiantati, causa scarsa disponibilità per concentrarsi su quelle che possono essere portati a buon fine. Apicoltura: vengono segnalate riduzioni di produzione dell’ordine di oltre il 60%.
  • Siccità in ToscanaPISA
    Per i cereali situazione differenziata sui territori anche in base ai tempi di semina. Molto penalizzate dalla siccità le semine tardive (da dicembre in poi) con danni per mancata resa che vanno dal 30 al 60%. Hanno retto invece i cereali con semine ordinarie dove la mancata resa si attesta intorno al 15%. Le prime trebbiature evidenziano una buona qualità media dei raccolti (peso specifico e livello proteico). Per i foraggi è stato effettuato solo un taglio di fieno negli impianti di medica quando in condizioni normali se ne fanno almeno 3. La perdita di produzione diretta non sarà inferiore al 30%, arriverebbe al 50 % se dovesse persistere questa situazione di siccità. Per la coltivazioni a semina primaverile (mais, girasole, pomodoro industria) danni ingenti che arrivano fino alla perdita totale del prodotto nei terreni più asciutti, con una stima di danno medio non inferiore al 60%. Per gli ortaggi chi ha avuto la possibilità di irrigare con continuità, sta limitando le perdite di prodotto che comunque non sono, anche in quel caso, inferiori al 20%. Si assiste tuttavia ad un corposo incremento dei costi in carburante, elettricità e tempo lavoro (irrigazione). Nei vigneti fino ad oggi non ci sono danni evidenti, con l’eccezione di vigneti su terreni particolarmente asciutti. Inoltre gli effetti della siccità sulla pianta, sono in parte compensati da ridotti attacchi fungini (peronospora e oidio in particolare) che hanno invece nella pioggia e nell’umidità e principali “alleati”. Chiaramente la situazione generale dei vigneti è al limite e se questo stato di siccità dovesse perdurare, il rischio di danni importanti si concretizzerebbe. Per gli oliveti siamo passati da una fioritura eccezionale ad un’allegagione ridottissima. Questo è stato il primo effetto della siccità. Ora si assiste ad una cascola delle olivine allegate molto consistente e diffusa. Il danno medio è già molto consistente (attorno al 50% sulle rese ordinarie). Danno destinato a crescere con il perdurare di questa situazione climatica. Situazione simile è per i frutteti. Negli allevamenti le elevate temperature generano stress negli animali, con particolari effetti negativi sulle produzioni di latte ovino e bovino. I problemi più importanti sono comunque legati alla mancanza di pascoli che impongono un maggior utilizzo di mangimi e di fieno. Per l’agriturismo, gli obblighi previsti dalla nuova legge sulle piscine (svuotamento e sostituzione acqua ogni anno e reintegro giornaliero di acqua), creano evidenti problemi associati alla carenza di acqua di questi tempi.
  • PISTOIA
    Oltre ai danni alle colture tradizionali, si segnalano rilevanti perdite di produzione di miele. Diverse aziende vivaistiche segnalano un forte abbassamento dei laghetti e richiedono attingimenti provvisori dalle acque pubbliche (che però in questo periodo non vengono concesse). C’è forte preoccupazione per l’eventualità che possa persistere questa siccità e a breve si potrebbero avere danni a diverse colture.
  • SIENA
    Allevamenti a secco, senza acqua e senza cibo.Fotografia della Cia Siena sulle gravi ripercussioni causate dalle condizioni climatiche. Fieno per allevamenti -60%; masi e girasole (senza irrigazione) perdite del 100%, olive -50%. L’allarme siccità resta. Le piogge di fine giugno hanno alleviato solo in minima parte e solo per qualche coltura (oliveti) una situazione drammatica per le campagne senesi. È piovuto poco, a macchia di leopardo e ormai troppo tardi.«La siccità 2017 – commenta il presidente Cia Siena, Luca Marcucci – verrà ricordata come una delle più gravi degli ultimi decenni. Dobbiamo tornare all’estate 2002 per trovare i campi all’asciutto come in queste ultime settimane. Grossi danni per il fieno che va negli allevamenti, in questo caso registriamo un calo di oltre il 60% rispetto alle produzioni medie. In tutta la provincia, inoltre, sono andate perse le colture primaverili, girasole e mais. Nelle zone e nelle aziende prive di impianti di irrigazione si è perso anche il 100% della coltivazione». Sono a secco gli invasi e anche gli allevamenti stanno rimanendo senza acqua: «Un problema molto grave per i capi di bestiame – aggiunge Marcucci – gli animali hanno sete, in molti casi la situazione è già molto difficile, le aziende sono allo stremo».Per quanto riguarda vigneti e oliveti, la situazione in provincia di Siena è stata compromessa dalle temperature notturne della seconda parte del mese di aprile, che hanno portato a gelate, arrestando la fase di crescita della pianta. «Per le olive si sta registrando – afferma il direttore Cia Siena Roberto Bartolini – un calo del 50% della possibile produzione a causa delle gelate primaverili nella fase di fioritura, e della siccità estiva in fase di allegagione». Inoltre la prolungata siccità, mancanza di acqua e di cibo nelle campagne, favorisce la sempre più frequente presenza degli ungulati che così – spiega la Cia Siena – arrivano ancora di più nei centri abitati e nelle aziende agricole alla ricerca di cibo. Un problema ulteriore.
  • Danni alle coltura per la siccitàTOSCANA NORD
    Nelle province di Lucca e Massa Carrara il combinato disposto di siccità ed alte temperature precoci sta colpendo soprattutto le colture orticole e l’olivo. Nel primo caso, lo stress idrico compromette la quantità e qualità delle produzioni ed aumenta i costi legati all’irrigazione di soccorso. Nel secondo, invece, sta provocando una cascola accentuata che compromette gli esiti di una stagione che si annunciava promettente. Un discorso a parte deve essere fatto per il mais che spesso può contate su un’irrigazione per ora sufficiente ma legata a stock idrici in via di esaurimento. Gli interventi intrapresi sono un avvio anticipato della stagione irrigua da parte del Consorzio di Bonifica Toscana Nord e l’avvio della vigilanza sul reticolo irriguo. Probabilmente, allo stato attuale, le nostre province sono messe meno peggio delle altre ma, se non piove, la situazione si degraderà velocemente. Nel territorio della Lunigiana, sono registrati danni da siccità diffusi che riguardano colture foraggere con perdita del 50% della produzione; per i seminativi e cereali notevole riduzione (30-40%); orticole riduzione di circa 80% delle produzioni. Per le vite è prevista una riduzione delle rese non ancora stimabile; per l’olivo si registra una forte riduzione media con casi di perdita della produzione totale. Per i fruttiferi drastica riduzione delle rese da una prima indagine stimabile nel 40%; mentre per il miele, perdita pressoché totale della produzione del miele di acacia e forte condizionamento per il millefiori.

Tratto da Dimensione Agricoltura n. 7-8/2017