Avviato il progetto che sana gap nel settore zootecnico
I principali indicatori di corretta gestione e salute degli animali, il rapporto uomo-animale quale fattore determinante benessere, prestazioni produttive e comportamento fisiologico in allevamento. E ancora, sicurezza sul lavoro, igiene e profilassi nelle stalle e nel trasporto, conoscenza di strutture e mezzi destinati a gestione e alimentazione, norme di protezione dei vitelli e degli animali in allevamento regolamentate dal dl n. 126/2011 e n. 146/2001. Sono questi i temi del corso di formazione per operatori di stalla negli allevamenti bovini, messo a punto da Cia-Agricoltori Italiani con l’obiettivo di sanare un gap sempre più evidente di competenze e aggiornamento legislativo, riscontrato nel settore e nella specifica gestione degli allevamenti, ma anche per fornire alle aziende supporto informativo utile ad una maggiore consapevolezza e al rispetto delle direttive Ue.
Ad oggi, sono oltre 150 mila gli allevamenti bovini e bufalini presenti in Italia con quasi 6 mln di capi in stalla. Il Veneto è in testa alla classifica per numero di attività (oltre 18 mila) seguito da Lombardia (17.713) e Lazio (15.319). Dati in discesa rispetto a dieci anni fa. Il Paese ha, infatti, perso più di 200 mila capi (più di 6 mln nel 2009) e quasi 50 mila allevamenti (poco più di 200 mila nel 2009). In tale contesto, è centrale la figura professionale dell’operatore di stalla cui è affidata la cura degli animali e dell’igiene ambientale, oltre che la produttività dell’azienda. Questa, del resto, è chiamata a confrontarsi con cittadini e consumatori Ue più responsabili e attenti alla salute pubblica, animale e ambientale.
In Europa, del resto, vigono standard per il benessere degli animali tra i più avanzati al mondo, la Commissione Ue, ha stilato validi documenti strategici e linee guida come quadro di riferimento utile alle aziende e la normativa prevede che gli animali siano accuditi da un numero sufficiente di addetti con adeguate capacità, conoscenze e competenze professionali.
Un solido periodo di addestramento, dunque, inclusa esperienza pratica e aggiornamento continuo, sono essenziali per gli allevatori, in particolare di bovini che, oggi, devono tener conto anche degli adempimenti previsti dal nuovo sistema informatizzato Classyfarm (implementato dalla Direzione della sanità animale e dei farmaci veterinari del ministero della Salute, per categorizzare l’allevamento in base al rischio e secondo metodi armonizzati e scientificamente validati, nel rispetto della massima trasparenza) che riconosce “giudizio ottimale” a chi si aggiorna in materia di benessere animale e sull’allevamento del bovino da carne.
Tuttavia, ci registrano ancora criticità, come il ricorso a manodopera non specializzata e priva di attitudine al lavoro in stalla o i tempi di permanenza in azienda non permettono di pianificare a lungo termine formazione teorica e sul campo, necessaria alla crescita dell’azienda e delle sue risorse.
Per accelerare tale percorso, rispondere alla richiesta degli stessi consumatori e quindi, anche della piccola e grande distribuzione, sempre più in grado di intercettare le esigenze di clienti sensibili alle condizioni di vita e di allevamento degli animali, ma anche per recepire al meglio le raccomandazioni della Commissione Ue, Cia-Agricoltori Italiani, intende fornire uno strumento concreto alle aziende più attente. Una formazione ad hoc che incida sulla qualità dei prodotti e sulla riduzione dei costi d’impresa, oltre che sulla ripresa del settore.