Dal presidente nazionale Cia l’appello perché si riporti al centro il settore “più esposto, ma di cui si sente parlare troppo poco”
“È urgente un Piano strategico che ponga al centro la sostenibilità e lo sviluppo competitivo delle filiere agricole”. A dirlo il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, intervenendo, oggi a Roma, al Forum Enpaia 2022 “Economia e società: gli scenari di oggi e di domani nell’epoca dell’incertezza”.
“Serve, infatti, -ha continuato Fini- un progetto che dovrà partire dalle misure per fronteggiare le emergenze, quella energetica e climatica insieme alla crisi dei prezzi, e svilupparsi lungo un processo di recupero e rilancio delle aree interne con l’agricoltura protagonista”.
Dal presidente di Cia il punto sul contesto: “Emergenza energetica e crisi russo-ucraina hanno originato una crisi senza precedenti. Il potere di acquisto delle famiglie si è eroso pesantemente, le imprese a rischio chiusura sono aumentate e nelle aree rurali il processo di declino è divenuto inarrestabile. Il settore agricolo -ha sottolineato- è particolarmente esposto per via dell’insostenibilità dei costi di produzione che ne ha azzerato i profitti. L’inflazione sugli scaffali non ha trovato equa rispondenza nei prezzi pagati agli agricoltori che devono lottare per mantenere i listini ai livelli degli scorsi anni. Infine, a rendere il quadro ancora più tragico, la siccità di questi ultimi mesi con danni certi per oltre 3 miliardi, e poi gli incendi e le grandinate”.
Quanto al Piano necessario per salvare l’agricoltura, così come ribadito anche nel documento Cia per i candidati alle politiche, la specifica del presidente nazionale Fini: “Resta cruciale, sempre, salvaguardare le tre dimensioni della sostenibilità: economica, sociale e ambientale. È questa la strada da percorrere -ha aggiunto- per cogliere l’irrinunciabile sfida della transizione ecologica e sfruttare le sue importanti opportunità, a partire da quelle del Pnrr”.
“Inoltre -ha concluso il presidente nazionale di Cia- non dimentichiamo lo sviluppo delle aree interne, che coprono complessivamente il 60% dell’intera superficie nazionale e sono legate a doppio filo con l’agricoltura italiana. Occorre una valorizzazione che passi per la transizione digitale e la meccanizzazione agricola; incentivi a reti e distretti a vocazione territoriale; potenziamento del turismo rurale; sostegno a forme di agricoltura sociale; crescita di filiere agroenergetiche locali. Allo stesso tempo, serve anche una riorganizzazione dei servizi alla persona, con più infrastrutture stradali, sanitarie e scolastiche, evitando il progressivo spopolamento e abbandono di aree fondamentali per il Paese”.
Fonte: Cia nazionale