Un gruppo di tecnici e ricercatori ha partecipato, lo scorso 16 ottobre, a una visita guidata presso lo stabilimento della Martino Rossi Spa a Malagnino (CR).
L’azienda è specializzata nella produzione di farine, semilavorati e ingredienti funzionali senza glutine e senza allergeni, provenienti da filiere controllate e tracciabili.
L’interesse verso Martino Rossi è nato nell’ambito del progetto Leguminose, a seguito di una sperimentazione condotta presso il Living Lab Agrifuture, dedicata alla gestione sostenibile e innovativa del suolo attraverso sistemi di consociazione tra mais/sorgo e leguminose.
Il principio tecnico consiste nella realizzazione di file binate di cereali irrigate tramite sub-irrigazione, alternate a colture consociate di leguminose (come soia o lenticchia). La raccolta viene effettuata con mietitrebbie parcellari, in grado di gestire efficacemente le interfile e consentire una successiva raccolta del cereale a fine stagione estiva.
Alla luce dei risultati ottenuti da queste sperimentazioni, Cia Toscana ha organizzato la visita con l’obiettivo di fare il punto sullo stato dell’arte delle consociazioni in pieno campo e analizzare le prospettive di mercato per i prodotti derivati da tali sistemi.
Durante l’incontro, i partecipanti si sono confrontati su tre aspetti principali: domanda di mercato dei prodotti consociati; innovazioni e barriere allo sviluppo; scenari futuri e potenziali opportunità.
Attualmente non esiste una domanda strutturata per i prodotti derivati da sistemi di consociazione (intercropping).
L’industria agroalimentare resta fortemente orientata verso la purezza delle materie prime, adottando protocolli rigorosi per evitare contaminazioni tra specie diverse di cereali e leguminose. Nonostante ciò, si registrano primi segnali di interesse da parte di alcune aziende verso prodotti misti e nutraceutici, potenzialmente valorizzabili nei settori salutistico, funzionale e da forno.
Nel comparto zootecnico le miscele potrebbero offrire risorse interessanti, ma la difficoltà nel controllare le proporzioni tra i componenti ne limita l’utilizzo nei mangimi formulati.
Tra le innovazioni individuate sono state evidenziate:
- Miglioramento genetico di varietà più adatte ai sistemi consociati.
- Ottimizzazione delle combinazioni colturali per incrementare resa e qualità.
- Adattamento delle tecnologie di raccolta e separazione, in particolare delle mietitrebbie.
- Nuove strategie di marketing orientate a sostenibilità, qualità nutrizionale e valorizzazione dell’origine locale.
Permangono alcune barriere quali:
- Alti costi di separazione e lavorazione dei prodotti misti.
- Limiti tecnici nella trasformazione (ad esempio, nella decorticazione di miscele).
- Scarsa domanda del mercato globale, ancora abituato a prodotti standardizzati.
- Assenza di una filiera dedicata e di un riconoscimento economico del valore aggiunto.
Al momento, la consociazione presenta più ostacoli che vantaggi economici immediati. Tuttavia, rappresenta una opportunità strategica per promuovere la transizione verso sistemi agricoli più sostenibili, resilienti e diversificati nel medio-lungo periodo.
Investire in innovazione tecnologica, ricerca varietale e sviluppo di filiere dedicate sarà fondamentale per trasformare questa pratica da sperimentazione di nicchia a modello produttivo competitivo e riconosciuto dal mercato.

Tratto da Dimensione Agricoltura n. 11/2025




