La ministra: La missione a Washington scongiuri rischi imminenti. Assolutamente urgente il Fondo europeo per sostenere i settori colpiti e calmierare i danni»

Non un minuto da perdere e un’azione forte dell’Europa. Utilizzare tutte le armi della diplomazia politica nel corso della missione del commissario europeo Hogan a Washington, che avrà inizio martedì prossimo, per scongiurare la penalizzazione dell’agricoltura e dell’agroalimentare europei.

Costituire immediatamente un Fondo ad hoc, senza assolutamente intaccare le risorse Pac, per affrontare questa e altre crisi commerciali e soprattutto, nell’immediato, sostenere le aziende dell’agroalimentare italiano ed europeo colpite ingiustificatamente dai dazi.

Infine, ma non ultimo: mantenere l’unità d’azione europea e la coesione tra gli stati membri che la strategia dell’amministrazione statunitense sta a colpi di dazi tentando di minare.

È, in estrema sintesi, il contenuto della lettera inviata ieri al commissario europeo Phil Hogan dalla ministra alle Politiche agricole, alimentari e forestali Teresa Bellanova.

Che afferma: «Dopo la prima lettera di ottobre, e i numerosi incontri istituzionali a Bruxelles, ho ritenuto urgente sollecitare ancora una volta il Commissario Hogan in vista della sua imminente missione a Washington. Bisogna mettere in campo ogni sforzo negoziale per scongiurare la penalizzazione che rischia di colpire ulteriormente da subito, e con un peso che si annuncia infinitamente maggiore del precedente, l’agricoltura e l’agroalimentare europei. Non è accettabile che agricoltori e imprese paghino dazi addirittura al cento per cento del valore come quelli previsti dalla revisione in corso delle misure. Sarebbe una debacle, che dobbiamo assolutamente scongiurare. Ed è assolutamente necessario costituire un Fondo europeo per sostenere le imprese. Prendendo le risorse dal bilancio europeo e non dai fondi agricoli, perché altrimenti l’agricoltura pagherebbe due volte. Bisogna agire con assoluta urgenza e fare seguire azioni concrete ad impegni e assicurazioni verbali più volte rimarcati. Le nostre imprese hanno già pagato l’embargo russo e non sanno cosa aspettarsi da Brexit. E noi non possiamo muoverci solo dopo che il disastro è accaduto. Dobbiamo farlo prima e dobbiamo farlo subito».

Per questo, scrive la ministra Teresa Bellanova a Hogan, bisogna «mantenere l’unità d’azione dell’Unione Europea e la coesione tra Stati membri. Coesione che rischia invece di venire meno, laddove le nuove misure venissero a colpire in maniera sproporzionata alcune categorie di prodotti agroalimentari europei: nel nostro caso, dopo aver gravemente danneggiato il lattiero-caseario, l’ampliamento ipotizzato nella lista finirebbe per colpire nostre filiere strategiche come quelle viti-vinicole, delle carni lavorate, dell’olio di uliva e degli agrumi. L’impatto non sarebbe sostenibile per le nostre imprese che hanno investito molto in questi anni e che, senza adeguate misure compensative, resterebbero di fatto escluse dal mercato americano».

Ecco allora la seconda priorità, ormai indifferibile dinanzi al quadro che si annuncia: la costituzione a livello europeo di uno strumento adeguato di intervento «in grado di affrontare crisi commerciali come questa, senza intaccare le risorse della Pac».