A Bologna per la mobilitazione dell’Anp-CiaToscana. Il 15 dicembre la mobilitazione a Bari. C’è bisogno di cambiamento ed equità, ma anche con la riduzione selettiva dei ticket sanitari e l’eliminazione delle liste d’attesa

ciatoscana_alessandrodelcarlo«Al Governo chiediamo cambiamento, solidarietà ed equità verso una categoria che è sempre più ai margini del dibattito politico-istituzionale». Lo ha sottolineato il presidente dell’Anp-Cia Toscana, Alessandro Del Carlo (nella foto), in occasione della giornata di mobilitazione a Bologna, che ha visto la partecipazione di una numerosa delegazione di pensionati agricoltori proveniente dalla Toscana. Per la Cia Toscana erano presenti Enrico Rabazzi vicepresidente regionale, oltre ai dirigenti delle Cia provinciali e presidenti Anp.

«La legge di Stabilità – ha aggiunto Del Carlo -, pur ponendosi l’obiettivo condiviso di rilanciare l’economia, l’occupazione e l’impresa, mortifica i pensionati, fra i quali 8 milioni (in Italia) vivono con assegni mensili sotto i mille euro e 2,2 milioni addirittura sotto i 500 euro, e che – ha spiegato il presidente dell’Anp Toscana – perdurando la recessione, nel 2015 rischiano l’indicizzazione zero se non la riduzione delle già magre pensioni. Ma così non si fa che accrescere la situazione di disagio sociale, tanto più che a causa della pressione fiscale (la più alta dei paesi Ocse) e dell’insufficiente adeguamento delle pensioni al costo della vita oggi il 44 per cento dei pensionati vive in semi povertà e il 10 per cento non riesce neppure ad acquistare prodotti alimentari e medicine».

Per questo l’Anp-Cia Toscana ha deciso di mobilitarsi e rivendicare equità e giustizia sociale – ha commentato il segretario regionale ANP Enrico Vacirca -, facendo appello alle istituzioni per interventi immediati, concreti ed efficaci a favore dei pensionati. In particolare, l’Anp chiede: l’estensione del bonus di 80 euro mensili e l’adeguamento progressivo dei minimi di pensione al 40% del reddito medio nazionale (640 euro mensili) come chiesto dalla Carta Sociale Europea; il recupero del potere d’acquisto delle pensioni (già eroso del 30%) attraverso una più puntuale indicizzazione e la riduzione del drenaggio fiscale nazionale e locale; l’attuazione della riforma sanitaria con moderne protezioni, presidi e servizi nei centri rurali; l’eliminazione delle liste d’attesa e la riduzione selettiva dei ticket; risorse economiche adeguate per il sociale e la non autosufficienza; il ripristino pieno del fondo Patronati.

«Le risorse utili per attuare queste misure ci sono – ha aggiunto il vice presidente regionale Cia Enrico Rabazzi -. Possono essere reperite attraverso la lotta decisa all’abnorme evasione fiscale, sempre predicata ma ancora poco praticata; razionalizzando (da 8.000 a 1.000) le società pubbliche; continuando con più efficacia la lotta gli sprechi e ai privilegi di numerose caste».

D’altra parte «i pensionati, solidali con le nuove generazioni, hanno finora garantito in larga misura la tenuta sociale delle famiglie e del Paese. Hanno diritto, quindi, a un invecchiamento attivo, sereno e sano – ha osservato Cinzia Pagni, vicepresidente della Cia nazionale -. Non devono essere relegati ai margini della vita sociale e pubblica. Proprio per questo motivo, per sensibilizzare le istituzioni ai problemi della categoria e reclamare più equità d’intervento – ha chiosato Pagni – l’attività dell’Anp con la Cia non si ferma. Già il 15 dicembre ci sarà una seconda giornata di mobilitazione dei pensionati a Bari, che coinvolgerà questa volta tutte le regioni del Centro-Sud».