È in pieno svolgimento la campagna di raccolta per il pomodoro da industria. Dopo un inizio difficile a causa delle piogge tardo primaverili, che hanno ritardato i trapianti e causato attacchi fungini di peronospora, la fase di raccolta sta procedendo senza particolari intoppi con produzioni di buona qualità e rese al momento nella media.
“Al momento – commenta il vicepresidente di ASPORT Sandro Barsotti -, la raccolta procede con fasi altalenanti per la presenza discontinua del prodotto. Il pomodoro, comunque, si presenta di buona qualità con rese nella media comprese tra i 900-1000 quintali ad ettaro. Per settembre ci aspettiamo una fase di raccolta più continua legata alla maturazione tardiva del prodotto. Sul fronte del prezzo – commenta ancora Barsotti – ci siamo, perché quello riconosciuto di 150 euro a tonnellata, dopo gli accordi interprofessionali del maggio scorso, offre buone garanzie anche in presenza di una possibile riduzione delle rese. Il lavoro presso le fabbriche del territorio Petti e Conserve Italia si sta svolgendo regolarmente con il solo problema dei ritardi nella raccolta e quindi dei conferimenti in fabbrica. Aspetto particolarmente presente nel territorio grossetano”.
Più difficile la situazione per le produzioni bio con rese decisamente inferiori a causa degli attacchi di peronospora. – Ho avuto rese non superiori ai 500 quintali ad ettaro – dice Pietro Tinagli, produttore bio della Val Di Cornia – Il prezzo concordato per il pomodoro bio di 190 euro a tonnellata è buono ma sarà molto difficile quest’anno avere margini positivi con queste rese considerando i costi.
In un quadro sempre più difficile e complesso legato ai cambiamenti climatici ed all’aumento costante dei costi di produzione il comparto del pomodoro da industria rimane comunque strategico per l’agricoltura italiana. Il confronto costante tra la parte agricola e quella industriale, caratterizzato da regole condivise e dalla trasparenza dei rapporti, rafforza la competitività della filiera e dà garanzie alle imprese del settore che in questi anni sono cresciute i termini di professionalità e capacità di innovazione.
I DATI / Durante l’ultima campagna di trasformazione, in Italia sono state trasformate 5.476.497 tonnellate di pomodoro, per un totale di 65.180 ettari che corrispondono al 15% della produzione mondiale ed al 56% della produzione europea. Nel 2023 sono stati messi a coltura 68600 ettari con un aumento del 5% rispetto al 2022. Il valore del prodotto trasformato è stimato in 3 miliardi di euro. (a cura di Cia Etruria)