La Cia commenta le notizie provenienti dall’Ue circa il deferimento dell’Italia in tema di multe latte.

Kapa65 / Pixabay

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«Temiamo che ancora una volta i cittadini italiani onesti e gli agricoltori saranno chiamati a coprire i danni di un gruppo di furbetti». Così la Cia in merito alla decisione della Commissione europea di deferire l’Italia alla Corte di Giustizia per la mancata riscossione delle multe generate dal superamento delle quote tra il 1995 e il 2009.

«A oggi l’incapacità dell’Italia – sostiene la Cia – ad assicurare il recupero effettivo di queste multe, oltre a compromettere gli sforzi europei per stabilizzare il mercato dei prodotti lattieri, ha provocato distorsioni di concorrenza tra i produttori che, con estrema difficoltà, hanno rispettato le direttive e coloro che, in barba al danno al sistema Italia, non hanno rispettato le quote latte. Nel corso di quest’ultimo decennio il nostro territorio ha registrato una lenta ma costante riduzione di aziende che producono latte. Una conseguenza, certamente, della congiuntura che ha duramente colpito il settore agricolo ma anche delle difficoltà che molti imprenditori hanno dovuto affrontare per rispettare le regole imposte da Bruxelles».

«In alcuni casi – rileva la Confederazione – le aziende hanno pagato le multe, a volte chiedendo anche dei prestiti in banca che stanno ancora pagando; in altri casi invece i finanziamenti sono stati chiesti per comperare quote. Uno scenario che, tra l’altro, si chiude dal 31 marzo 2015. Inoltre il Governo deve gestire ancora la partita relativa all’anno 2014, che è tutt’altro che chiarita. Una situazione che, se non affrontata ragionevolmente, potrebbe diventare un altro grande problema per gli allevatori. Ricordiamo, peraltro, che la questione non è solo relegata al mondo agricolo. Il mancato recupero delle multe, corrisponderà a un onere che tutti i cittadini, indistintamente, saranno chiamati a pagare».

«Ferisce – conclude la Cia – vedere che chi ha creduto e ancora crede in questo settore venga penalizzato a scapito dei soliti malfattori. Questo non dovrà accadere: gli onesti non devono pagare il conto di chi ha sistematicamente ignorato le regole. Auspichiamo ancora una soluzione definitiva con urgenza, e questo anche in considerazione del fatto che nel corso degli anni è stata data l’opportunità ai produttori di sanare la posizione anche con rateizzazioni. Bisogna dimostrare all’Europa che il nostro Governo non ha paura di punire chi non rispetta le regole e continua a vivere e a farsi beffa dei tanti cittadini onesti».