La Cia e l’Associazione nazionale pensionati esprimono forte e netta contrarietà al disegno di legge delega del Governo che paventa tagli alla previdenza: “Si tratta di una misura assurda, che andrebbe ad abbattersi principalmente sui pensionati agricoli che già sono i più penalizzati. Tra l’altro, dati alla mano, in Italia c’è la piena sostenibilità di bilancio della spesa pensionistica”.

20150218_cianazionale_pensionati_anp_pensioni18 febbraio 2016 – La Cia-Agricoltori Italiani e la sua associazione dei pensionati Anp esprimono netta contrarietà a ogni intervento che vada a colpire le pensioni di reversibilità, così come previsto dal disegno di legge delega del Governo per il contrasto alla povertà.

La Cia e l’Anp chiedono che venga cancellata dal disegno di legge delega la parte in cui, in modo subdolo, si fa riferimento a “…prestazioni di natura previdenziale, sottoposta alla prova dei mezzi…” che tecnicamente si traduce in “le pensioni di reversibilità”.

Non vi è alcuna ragione -spiegano le due organizzazioni- per operare tagli ai danni dei pensionati di reversibilità, perché gli ultimi dati sul bilancio del sistema previdenziale italiano dimostrano la piena sostenibilità della spesa pensionistica. Il costo delle pensioni in Italia è pari ai contributi previdenziali pagati dai lavoratori e dalle imprese.

La spesa previdenziale, propriamente detta, in Italia, ha un’incidenza del 10,7% sul Pil e si colloca molto al di sotto della media europea che è del 14% circa. I pensionati di reversibilità coltivatori diretti, pur percependo le pensioni più basse, sarebbero i più colpiti -concludono Cia e Anp- se sottoposti a valutazione Isee (Indicatore sulla situazione economica equivalente), perché verrebbero considerati i terreni agricoli che vengono condotti dagli anziani proprio per integrare il basso reddito pensionistico.


Fonte: Cia nazionale