Un seminario che ha fatto il focus sull’agricoltura. Anzi, sul futuro, prospettive ed incertezze di questo settore partendo dalla Pac per ridisegnare le politiche europee del mondo agricolo all’indomani del Dialogo strategico. Documento frutto di un processo partecipativo avviato nel 2024, nel pieno delle proteste degli agricoltori in tutta Europa, per iniziativa della presidente della Commissione Europea Ursula von del Leyen.
Questo in estrema sintesi il risultato della bella collaborazione tra Cia Toscana e Università di Pisa, Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-Alimentari con il patrocinio dell’Accademia dei Georgofili, Sismondi laboratorio di studi rurali e Page (Pisa Agricoltural Economics), volta a mettere a confronto diverse professionalità del mondo agricolo. Presente anche una nutrita rappresentanza di Cia Etruria con la presidente Cinzia Pagni, intervenuta alla tavola rotonda coordinata dal professor ordinario del Dipartimento Gianluca Brunori. “Il Dialogo – ha detto Brunori – ha messo chiaramente in luce che il cambiamento è necessario, spingendoci a porre delle legittime domande sull’agriecologia e sulla transizione ecologica e come riuscire a garantirla”.
Sul tavolo molti temi affrontati, tra cui quello delle concorrenze sleali e la necessità di dare valore alla filiera produttiva.
«Dobbiamo confrontarci – ha sottolineato Giordano Pascucci, direttore Cia Toscana – con il mondo scientifico e universitario sul Dialogo strategico previsto dalla commissione europea e sugli scenari futuri. Sono tanti gli ordini del giorno delle politiche comunitarie così come sono numerose le aspettative degli agricoltori che ci auguriamo non vengano penalizzati».
Alla tavola rotonda, preceduta dai saluti introduttivi del Direttore Cia Toscana Pascucci e della direttrice del Dipartimento di Scienze Agrarie Cristina Nali nonché alla efficace relazione introduttiva curata dalla ricercatrice del Dipartimento Sabrina Arcuri, hanno partecipato Francesco Di Iacovo (Prof. Ordinario Dipartimento Scienze Veterinarie), Amedeo Alpi (Vicepresidente dell’Accademia dei Georgofili), Paolo Barberi (Prof. Associato Scuola Superiore Sant’Anna), Luciana Angelini (Prof.ssa Ordinaria Dipartimento Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali); Daniele Antichi (Prof. Ordinario Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali) e Cinzia Pagni (Presidente Cia Etruria).
È stata proprio la presidente Cia Etruria Cinzia Pagni ha aperto i lavori evidenziando che la figura dell’agricoltore viene declinata sotto svariate sfaccettature e una sola politica non può pensare di abbracciarle tutte. «Dobbiamo chiederci a quale modello agricolo puntiamo – ha sottolineato Pagni – basti pensare che in Toscana abbiamo tanti oliveti abbandonati e rimangiati dalla natura; in 30 anni abbiamo perso 2 aziende su 3 e gli allevatori sono ormai in via di estinzione, per cui diventa impossibile fare agroecologia. Ciò significa – ha chiosato – che le politiche attuate finora hanno dimostrato la loro efficienza solo nel far sparire i piccoli imprenditori e se il Dialogo non riuscirà a rispondere alla sostenibilità dell’agricoltore sarà sempre più difficile andare avanti. Prendiamo coscienza del fatto che l’agricoltore è un elemento vivo in un contesto agroecologico, sebbene troppo spesso additato dalla società».
(Sara Chiarei, addetto stampa Cia Etruria)
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