L’appuntamento livornese in collaborazione con la Caritas labronica

Sostenere le famiglie che si trovano in difficoltà: è questa una iniziativa di ASeS – Agricoltori Solidarietà e Sviluppo con Cia Agricoltori Italiani Livorno, che si inserisce nella più ampia campagna #agricoltorisolidali, nata in questo momento di emergenza sanitaria.

La pandemia dovuta al Covid-19 e la conseguente chiusura delle attività hanno fatto emergere nuove povertà e hanno accentuato le difficoltà per tutti coloro che già vivevano alle soglie della povertà.

Oggi il numero dei nuovi poveri è destinato a crescere a causa dell’aumento della perdita di posti di lavoro e di remunerazioni sempre più basse, con il risultato che si registra uno spaventoso incremento di persone preoccupate perché non sanno a chi chiedere aiuto, non sanno come sfamare i figli e si vergognano di trovarsi, per la prima volta, in difficoltà.

Dinanzi a questa realtà, che non si risolverà automaticamente con l’uscita dalla crisi sanitaria e che rischia di mettere a rischio la coesione sociale, ASeS e Cia hanno voluto essere protagonisti nel tentare di contribuire a risolvere i molti problemi dovuti alla diffusione del Coronavirus, attivandosi per raccogliere beni alimentari da conferire ai meno fortunati.

Per ottenere il risultato desiderato, l’iniziativa è stata realizzata in collaborazione con le Caritas territoriali, organismi che meglio di altri conoscono le difficoltà, le esigenze e le migliori modalità di sostegno delle rispettive comunità.

«La disponibilità del cibo è un bisogno primario, indispensabile alla ns. sopravvivenza. L’auspicio è che, una volta spente le luci sull’emergenza post Covid, la solidarietà non venga meno, ma rimanga un punto fermo nell’agire e nelle scelte quotidiane», afferma la presidente di ASeS Cinzia Pagni.

La diffusione dell’emergenza sanitaria, dovuta al Covid-19 e l’allungamento dei tempi di ripartenza, hanno chiamato tutti noi a un rinnovato senso di responsabilità: verso noi stessi, verso gli altri e, nel nostro caso, verso gli impegni presi in Italia e nei paesi dove cooperiamo, per questo ci siamo fatti carico di diverse iniziative a livello nazionale e territoriale e ci siamo impegnati a favore della sicurezza di chi, a vario titolo, lavora nel settore primario”.

«Come Cia Livorno ci siamo impegnati a dare un piccolo, ma credo concreto aiuto agli ultimi, che la pandemia e la crisi economica hanno messo a dura prova, con la consegna di prodotti orticoli freschi del ns. territorio zucchine, melanzane, meloni, pomodori. Abbiamo accolto l’invito di ASeS a partecipare a questa iniziativa con la Caritas locale – ha commentato Pierpaolo Pasquini presidente della Confederazione livornese – che è tra i principali soggetti capaci di leggere ed affrontare le situazioni che opprimono i più poveri e la vita sociale delle nostre comunità. Pertanto collaborare con loro ci rende orgogliosi».

«Siamo consapevoli come settore agricolo – ha proseguito Pasquini – delle enormi dimensioni della sicurezza alimentare, intesa come disponibilità, accesso e qualità del cibo e riteniamo che ogni essere umano abbia diritto ad una equilibrata alimentazione».

«Caritas diocesana Livorno ringrazia ASeS e Cia Livorno per questo gesto di cura verso persone e famiglie in difficoltà e per questo atto di fiducia nell’opera della Chiesa locale nel prendersi cura dei più fragili e di chi resta indietro – ha commentato suor Raffaella Spezio, presidente Fondazione Caritas Livorno Onlus».

«In questi difficili mesi ci siamo mossi come se ci fosse stato un terremoto – ha continuato la presidente Caritas -. In circa 2 mesi e mezzo abbiamo preparato nella nostra mensa del Villaggio della Carità oltre 15.000 pasti e 3.440 pacchi alimentari, raggiungendo più di 3.800 persone per complessive 1.160 famiglie per il 50% italiane».

«L’emergenza Covid-19 ha reso e sta rendendo ancora più emarginate di quanto già lo siano solitamente, le persone per le quali è difficile la vita quotidiana già in situazioni “normali” e sta interessando anche coloro che senza mai averlo pensato in precedenza nella vita, si trovano comunque costrette a rivolgersi ad organizzazioni caritatevoli per rispondere ai bisogni familiari, ai quali abitualmente erano in grado di rispondere autonomamente. Purtroppo l’emergenza nelle prossime settimane da sanitaria si trasformerà in sociale – ha concluso suo Raffaella Spezio -. Ora una nuova emergenza sono le bollette».