L’impegno e le proposte di Cia Toscana

di Marco Failoni


Lo scorso 15 gennaio il Consiglio Regionale della Toscana ha approvato un interessante ordine del giorno, proponendo di utilizzare il cippatino per la pacciamatura delle colture vivaistiche, come alternativa green ai diserbanti più nocivi. Un’ottima notizia per chi, come Cia Toscana, ha partecipato da anni in prima fila ai tanti progetti innovativi finalizzati a strutturare la filiera del cippato e del cippatino.

Quindi come Cia Toscana ci mettiamo a disposizione per lavorare con le istituzioni, a partire dal bagaglio di conoscenze ed esperienze già acquisite, per approfondire il tema e verificare sul campo le prospettive di questa opportunità per le imprese forestali e per i vivaisti.

Prendendo spunto da questa bella iniziativa e sperando che da essa possano scaturire iniziative che vadano nel segno dello sviluppo sostenibile, ci permettiamo di fare una riflessione più generale sull’approccio a questi temi.
Infatti, se da un lato azioni come quella intrapresa dal Consiglio Regionale sono sicuramente di stimolo allo sviluppo della filiera, dall’altro si assiste alla crescita di un movimento di opinione, assecondato talvolta anche dalle istituzioni, che indica i combustibili legnosi (cippato, cippatino, pellet) come principali responsabili dell’inquinamento dell’aria, arrivando in qualche caso a proporne il divieto.

Non intendiamo in questa nota entrare nel merito dell’enorme innovazione che c’è stata nelle tecnologie di combustione del legno, con impianti che hanno ormai quasi azzerato le emissioni di particolato; ci limitiamo a ricordare che, come per i motori delle auto, anche negli impianti termici che usano i combustibili legnosi, ci sono differenze enormi nella qualità dei combustibili e degli impianti.

Riteniamo importante questa considerazione, non per sminuire o ridimensionare la portata dell’azione svolta dalla politica, ma per collocarla correttamente in una strategia complessiva finalizzata a promuovere la ‘green economy’; la politica è chiamata a svolgere un essenziale compito di stimolo, che deve necessariamente raccogliere le istanze della società civile ed orientare le scelte di Governo. Ma queste scelte debbono essere il frutto di un approfondimento in grado di effettuare un confronto tra alternative, di valutare la fattibilità delle soluzioni proposte, decidendo con piena cognizione di causa gli atti normativi e di programmazione conseguenti.

Tornando all’argomento della filiera del cippatino e degli altri prodotti della filiera del legno, siamo convinti che la Regione Toscana debba proseguire nello sforzo di valorizzazione della filiera legno intrapreso in questi anni , in un’ottica di sviluppo sostenibile e di ‘green economy’: sia rafforzando l’impegno per valorizzare l’utilizzo energetico del legno, puntando su combustibili legnosi certificati e sulla sostituzione degli impianti di combustione obsoleti, anche utilizzando gli importanti incentivi nazionali; sia promovendo impieghi innovativi dei prodotti legnosi, come proposto dall’ordine del giorno del Consiglio Regionale.

Noi ci siamo, chiediamo di essere interlocutori attivi di questi percorsi, che possono concretamente contribuire alla promozione di un’economia sostenibile ed innovativa, che coinvolga l’agricoltura, il patrimonio forestale inestimabile della nostra regione ed il modello di produzione e consumo di energia basato sulle fonti rinnovabili.


Tratto da Dimensione Agricoltura n. 2/2020