Come una “mancetta”, visto che solo per adeguare tutte le sedi alle misure Covid sono stati spesi 280 mila euro e se ne recuperano 25 mila

“La misura contenuta nel Decreto Aiuti ter, di cui si attende pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, che prevede un indennizzo di 250 euro per ogni sede di patronato, nazionale, regionale e provinciale, non ristora minimamente il lavoro straordinario svolto dai patronati negli ultimi due anni. Non si è neanche tenuto conto dei maggiori costi di funzionamento dovuti affrontare dai patronati per adeguarsi alle norme Covid”. E’ quanto sostenuto dal patronato Inac-Cia che attraverso le dichiarazioni del presidente, Alessandro Mastrocinque mostra il proprio scontento.

“Prevedere 250 euro di aiuto per le sedi di patronato, escludendo quelle zonali, offende quasi il nostro impegno straordinario svolto in questi anni di emergenza. Noi abbiamo oltre 300 sedi nei comuni che non percepiranno un solo euro, a fronte di circa 280 mila euro spesi per adeguare, giustamente, tutti gli uffici alle norme Covid, per la sicurezza di operatori e cittadini, riceveremo, solo per le sedi centrali regionali e provinciali circa complessive 25 mila euro. Mentre per i Caf, nel Decreto si stanzia una misura giusta, congrua e commisurata di 15 milioni di euro, per tutto il sistema dei patronati non si arriva al mezzo milione di euro. Mi viene da dire -evidenzia Mastrocinque- che quanto previsto non è un aiuto ma una mancetta”.

“Confidiamo in un altro intervento -chiosa il presidente del patronato Inac-Cia-, che integri le risorse per i patronati, tenendo conto dei reali aggravi che il periodo eccezionale ha comportato sia in termini di assistenza di prossimità ai cittadini e dei costi reali sostenuti da tutti gli istituti di patronato.”


Fonte: Cia nazionale