Il presidente Cia Toscana Valentino Berni evidenzia quali dovranno essere le priorità per l’agricoltura toscana nei prossimi cinque anni. Temi spiegati nel documento Cia e illustrati ai candidati alla presidenza della Regione (SCARICA PDF)

di Lorenzo Benocci


Una concertazione concreta per non lasciare indietro nessuno. E poi, politiche e risorse adeguate per le aziende agricole, per bilanciare le difficoltà dei mercati, e una Pac che sembra aver abbandonato gli agricoltori. Lo sottolinea il presidente di Cia Agricoltori Italiani della Toscana, Valentino Berni, alla vigilia del voto regionale di metà ottobre.

Insomma, la Regione che verrà, metta in cima all’agenda anche il settore primario.

Presidente Berni, Toscana alle urne, ma all’agricoltura c’è chi ci pensa?

In questo momento sicuramente l’agricoltura non sembra essere al centro della campagna elettorale come meriterebbe. In questo settore possiamo dare risposte economiche, di occupazione e di sviluppo, ma deve rientrare al centro delle politiche di programmazione e di gestione. Partendo da una concertazione condivisa, per sostenere le filiere e il mondo agricolo.

Dettagliato e articolato il documento Cia “Un nuovo patto per la Toscana”: quali sono i punti salienti?

Intanto la gestione della risorsa idrica, a partire dalla richiesta di un piano strategico di approvvigionamento idrico, e attenzione importante verso il dissesto idrogeologico. Quindi il riequilibro della fauna selvatica; senza dimenticare una attenzione importante ad ogni comparto e ogni filiera, partendo dal mondo agricolo alla gdo. Focus sulle aree marginali, dove è importantissimo creare sostenibilità per le persone che vi vivono con servizi adeguati e opportunità di sviluppo.

Quali devono essere le sfide per i prossimi cinque anni?

Per i prossimi cinque anni è necessario lavorare con una concertazione concreta per non lasciare indietro nessuno, creare risorse e reddito adeguati per superare questo momento di difficoltà delle nostre aziende. Lavorando in sinergia con tutti i partner, dalla promozione, alla salvaguardia e alla tutela delle filiere. Con i fatti.

Aree rurali da sostenere e rilanciare: basta Toscana diffusa o c’è bisogno di altro?

Toscana diffusa è un bel contenitore che ha però bisogno di essere implementato e arricchito. Ad oggi non ha una ricaduta concreta, c’è bisogno di fondi, di risorse, di investimenti e di un lavoro sinergico, zona per zona.

Tre aspetti di sofferenza dell’agricoltura toscana?

In questo momento le sofferenze più grandi si hanno in un settore che è sempre stato quello più virtuoso, il vino. Si rischia di mettere in difficoltà molte aziende e molti posti di lavoro. Il settore ortofrutticolo e cerealicolo da sempre in crisi, non riescono a trovare la giusta risposta ai mercati per essere sostenibili.

Settore che inizia a preoccupare è quello turistico, dove scontiamo un aumento notevole dei costi, non in linea con un adeguamento dei servizi e in questo momento sta avendo una leggera flessione: sperando che sia solo passeggera ma comunque è una riduzione significativa e preoccupante.

E tre punti di forza…

Siamo usciti da un periodo di crisi importante sugli allevamenti, e ora abbiamo finalmente il giusto prezzo per le carni e per il latte, dovuto però dalla diminuzione degli allevamenti in tutta Europa. Quindi la resilienza e la capacità delle nostre aziende che hanno per traguardare i momenti di crisi e difficoltà; terzo, il florovivaismo che vive un momento florido e positivo

Una Pac tagliata e annacquata in un possibile fondo unico; situazione internazionale incerta e problema dazi: cosa può fare la Regione Toscana per sostenere l’agricoltura regionale?

Con la prospettiva dal 2027 di un fondo unico, sia lo Stato sia la Regione, sono chiamati in causa per mettere sul tavolo fondi propri, quindi decidere di valorizzare l’agricoltura. La Regione (uscente) si è già spesa dicendo dover di salvaguardare i fondi, esprimendo contrarietà a questa Pac; auspichiamo che da ora al 2027 riusciamo ad invertire questa linea penalizzante per gli agricoltori.

Rapporto Cia Toscana-nuova giunta, quale auspicio?

La Cia auspica un lavoro più concreto e costante da parte della nuova giunta, nei confronti degli agricoltori, con azioni sburocratizzanti, di progettualità e di sviluppo che possono essere fatte anche con poche economie e, alla base, con una forte e attenta concertazione.