Del Carlo: «Discutere nel merito delle riforme, favorire la partecipazione»

20151119_anptoscana_delcarlo10 giugno 2016 – Al termine dell’assemblea in occasione della Festa interprovinciale Anp Livorno, Pisa e Toscana Nord, Dimensione Agricoltura ha rivolto alcune domande al Presidente regionale Anp Alessandro Del Carlo, che nel suo intervento conclusivo aveva espresso forti preoccupazioni per il dibattito sulle riforme costituzionali e il relativo referendum confermativo del prossimo ottobre.

Che cosa la preoccupa maggiormente?

Il clima di scontro, la costruzione di schieramenti precostituiti che prescindono dal merito; il rischio che tutto questo porti a delle divisioni tra la gente con conseguenze gravi anche in altri contesti.
Non le sembra una preoccupazione eccessiva? Gli appuntamenti elettorali hanno sempre avuto la caratteristica della polemica e anche dello scontro.
Certo, ma qui si parla della costituzione, ovvero delle norme che regolano la nostra democrazia. Sarà banale ricordarlo, ma la costituzione è di tutti e non può passare l’idea che appartiene ad una maggioranza che la impone; anche perché quando c’è da difenderla dagli attacchi, occorre che tutti si sentano impegnati e mobilitati.

Che cosa intende dire?

Che non si vince con il 51 per cento se l’altro 49 è radicalmente contro. La mia generazione si è formata su questo concetto della politica. Abbiamo impiegato decenni per superare divisioni di natura ideologica e politica che mettevano su versanti opposti soggetti sociali simili. Pensiamo a ciò che hanno prodotto storicamente le divisioni nel mondo agricolo.

Addirittura pensa si possano riproporre tali divisioni.

La storia non si ripete meccanicamente, ma quanto si toccano temi sensibili ci vuole prudenza perché il pericolo di creare divisioni nelle coscienze delle persone è molto alto e le conseguenze possono essere imprevedibili.
È opportuno ricordare che siamo in una fase in cui si sommano crisi economica, disagio sociale, sfiducia nelle istituzioni e nella politica. Una campagna così impostata rischia di avere soggetti sociali con simili interessi, (pensionati, agricoltori, giovani ecc.) schierati in maniera radicale su fronti opposti. Alimentare tale metodo è da irresponsabili.

La maggior parte degli osservatori però sostiene che i cambiamenti sono necessari.

Proprio per questo è necessario un dibattito di merito. Pensiamo ad esempio al tema della legislazione concorrente fra stato e regioni, affrontata nella proposta di riforma dell’articolo 117, che riguardo alla sanità può avere effetti positivi nel delineare un sistema sanitario più uniforme e in prospettiva più efficiente e sostenibile.

Allora che messaggio si sente di dare?

Partecipare al dibattito guardando alle proposte di merito, evitando la semplificazione dei concetti in un senso e nell’altro, dando un contributo, oserei dire da anziani, di saggezza.
Dicendo che dopo il referendum ci sarà comunque non soltanto un paese da governare ma anche una coscienza collettiva da salvaguardare per tenere assieme tutte le sensibilità.
La mia generazione si è formata con il concetto che la politica è “opera quotidiana di formazione delle coscienze”. Probabilmente oggi va detta in altro modo; di sicuro non va bene alimentare lo scontro e costruire delle tifoserie. Serve invece operare per avere “l’adesione consapevole” raggiunta con il confronto serio e rispettoso delle opinioni di tutti. Noi cercheremo di impegnarci in questa direzione. (Redazione)


Tratto da Dimensione Agricoltura n. 6/2016