Questa poesia di Giuseppe Ungaretti rende bene l’idea di come si possono sentire i pensionati, e non solo loro, quando si parla di erogabilità di alcune prescrizioni anche di farmaci in nome dell’appropriatezza.

di Enrico Vacirca


20150731_anp_pensionati_bandieraCerto si riconosce che c’è una stretta necessità di ridurre gli sprechi nella Sanità e l’appropriatezza delle prescrizioni può essere uno strumento, ma, visto gli emendamenti approvati con l’ultima legge che opera dei tagli sul sistema socio-sanitario, c’è l’apprensione che siano sempre gli “ultimi” a pagare.

Infatti recentemente è stato presentato oggi dal Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin ai sindacati medici l’ultima versione del decreto sulle prestazioni inappropriate. La proposta è che siano 208 le prestazioni specialistiche a prescrizione limitata riguardanti tra l’altro odontoiatria, radiologia, prestazioni di laboratorio e non solo.

ùLa domanda è questi tagli delle prescrizioni saranno più consono alle esigenze delle ditte produttrici, dei medici o dei pazienti? La stessa cosa lo è per i farmaci. Prescrivere una intera confezione di un farmaco che contiene dosi  molto superiori alla necessità terapeutica di un paziente (per esempio per 10 giorni invece il paziente ne dovrebbe assumere per 3 giorni ) a parer nostro oltre è non solo inappropriato ma un vero e proprio spreco.

In altri paesi europei si somministra dalla farmacia solo la dose necessaria per la terapia … sarebbe così difficile farlo anche  in Italia? Quali interessi scatenerebbe?