Il problema della sovrappopolazione degli ungulati è al centro di una campagna della Cia che ha visto tra i protagonisti anche la Cia Toscana Nord.

ciatoscana_pierotartagni_400x400«Siamo di fronte a una situazione che, giorno dopo giorno, diventa sempre più insostenibile – afferma il presidente della Cia Toscana Nord, Piero Tartagni – e che vede, anche sul nostro territorio, la presenza di un carico quasi raddoppiato in cinque anni, con danni produttivi oramai incalcolabili: i soli Atc hanno accertato 10 milioni di euro di danni in questi ultimi 5 anni e a questi vanno aggiunti i danni economici e imprenditoriali, che rappresentano una quota molto superiore. Per questa ragione, come Cia Toscana Nord aderiamo allo stato di agitazione della categoria, indetto a livello nazionale».

Secondo le statistiche Cia, infatti, per ogni agricoltore ci sono circa 5 capi di ungulati e questo crea una vera e propria emergenza praticamente senza fine.

Per Tartagni non è più possibile sottovalutare questo problema «e non possiamo nemmeno delegare la ricerca delle soluzioni ai soli ‘addetti ai lavori’ – afferma –: è necessaria adesso la piena consapevolezza del rilievo politico e istituzionale di questo tema che richiede soluzioni strategiche chiare e condivise».

La Cia Toscana ha predisposto un documento nel quale indica le soluzioni immediate per superare l’emergenza. Tra queste vi è la piena attuazione entro l’anno del Piano Faunistico regionale e l’adozione di un piano straordinario di interventi per riportare la presenza e la densità degli ungulati in equilibrio con il territorio. Sono, poi, previsti interventi di contenimento e di prelievo della fauna selvatica – in particolare ungulati – nei parchi e nelle aree protette. Infine è inserita la garanzia del rispetto del principio del risarcimento totale dei danni diretti e indiretti causati da fauna selvatica e ungulati, come sancito dal Piano Faunistico regionale. L’intento generale, infatti, è quello di proporre idee innovative in materia di gestione faunistica e contribuire così a individuare le soluzioni per affrontare il problema-ungulati. Le proposte avanzate dalla Cia si fondano su quattro pilastri: il riordino della Governance che ponga fine ai conflitti di competenza e relativi rinvii; una netta distinzione tra le norme e le procedure da applicarsi per le specie in esubero; il riconoscimento del fenomeno della sovrappopolazione degli ungulati quale ‘emergenza nazionale’ agricola e ambientale e una pianificazione venatoria compatibile con il diritto di tutela preminente dell’agricoltura.