La Cia ha chiesto l’impegno della Regione Toscana: «È necessario affrontare questa emergenza per ridare prospettiva e reddito a quegli agricoltori che si trovano in questa condizione, mettendo in sicurezza i campi, per evitare nuovi danni alle aziende agricole e spreco di denaro pubblico»

Campi coltivati della toscana alle prese con la grana alluvioni ed esondazioni dei fiumi. Un fenomeno sempre più diffuso che costa molte risorse in termini economici e produttivi alle aziende agricole.

Il problema è stato evidenziata dalla Cia Agricoltori Italiani della Toscana con un documento inviato al presidente della Regione Eugenio Giani; all’assessore all’agricoltura Stefania Saccardi e all’assessore all’ambiente Monia Monni.

L’abbandono o la non coltivazione sono fenomeni che inizialmente hanno interessato prevalentemente le aree montane e svantaggiate ma negli ultimi anni si è diffuso in tutte le realtà, dalle aree periurbane a quelle apparentemente più produttive. Così si è avuta una contrazione della SAU di 100mila ettari nell’ultimo decennio.

«Un ulteriore grave disagio di molti agricoltori che coltivano terreni in prossimità di corsi d’acqua – sottolinea il presidente Cia Toscana, Luca Brunelli -. Probabilmente per effetto dell’orografia del territorio, in alcuni tratti del percorso di fiumi e torrenti verso la foce, c’è il rilascio di materiali inerti sul letto, con conseguente riduzione della differenza di quote tra il livello del normale scorrimento delle acque ed i campi».

In passato questo fenomeno è stato gestito dragando il letto dei fiumi, prelevando gli inerti e destinandoli ad un uso in edilizia che oggi in base alle norme vigenti in materia non è più possibile.

Nello stato attuale dei corsi d’acqua, nei periodi di piogge in occasione anche di normali ondate di piena, i campi vengono spesso invasi da fiumi e torrenti, diventando, prima casse di espansione poi letto del fiume, provocando gravi danni ai campi stessi ed alle coltivazioni sovrastanti. Ripristinare i campi per farli divenire nuovamente coltivabili non è sempre possibile, ma anche dove lo potrebbe essere, i tempi sono lunghi (si tratta talvolta di anni), ed i costi divengono molto alti, in alcuni casi più del valore del terreno.

Una situazione è ulteriormente aggravata dalla maggiore frequenza di piogge torrenziali che negli ultimi anni avvengono, la cui intensità si è palesata anche negli ultimi mesi, probabilmente anche per effetto dei cambiamenti climatici. I danni ricevuti dalle aziende agricole per le alluvioni degli anni passati sono stati risarciti solo marginalmente dagli enti pubblici, provocando un grave problema di reddito e di prospettiva ai conduttori di tali aziende, come confermato anche dall’ultima alluvione dell’autunno sorso per la quale ancora non abbiamo nessuna certezza sull’eventuale risarcimento spettante alle imprese agricole.

«È necessario affrontare questa emergenza per ridare prospettiva e reddito a quegli agricoltori che si trovano in questa condizione – aggiunge Brunelli -, mettendo in sicurezza i campi, per evitare nuovi danni alle aziende agricole e spreco di denaro pubblico. Nelle situazioni dove è difficile o impossibile predisporre opere sicure atte alla protezione dei campi e delle coltivazioni, non possiamo accettare che questi appezzamenti di terreno di proprietà privata, che rappresentano un valore patrimoniale, oltre che uno strumento di reddito e di lavoro per gli agricoltori, diventino di fatto del demanio pubblico gratuitamente».

La perdita dei campi in prossimità degli argini dei corsi d’acqua riduce sensibilmente la produzione della azienda, (in genere sono terreni irrigui e fertili). Per le aziende interessate si rende necessario ricercare nuovi terreni da condurre, pena la chiusura della azienda stessa, con le difficoltà conseguenti, come la divisione dell’unità aziendale e nel caso in cui i terreni disponibili sono in vendita, ulteriori difficoltà sono rappresentate dai costi di acquisto.

La Cia Toscana ha quindi chiesto un impegno da parte della Regione al fine di mettere in atto tutte le azioni necessarie per valutare puntualmente le varie realtà e predisporre gli interventi di carattere tecnico, normativo e finanziario per rimuovere queste difficoltà, ove di competenza regionale, e di farsi parte attiva nei confronti di altri enti interessati per gli aspetti di loro competenza.

Fra le altre urgenze da risolvere – conclude Cia Toscana – lo stato di avanzamento della revisione del reticolo idrografico e semplificazione adempimenti. E la predisposizione del Progetto Regionale Irriguo straordinario per favorire la crescita e lo sviluppo delle produzioni agricole.

Cia Toscana – Comunicato stampa