La Cia commenta l’approvazione delle modifiche al PIT da parte della Giunta Regionale. Brunelli, presidente Cia: «Riconosciuto nostro lavoro, ora tutta l’agricoltura può considerarsi una risorsa paesaggistica»

ciatoscana-slider-1000x800_panoramatoscana«Il nostro lavoro, iniziato nel mese di maggio e proseguito fino ad oggi, ha dato i risultati auspicati. Siamo molto soddisfatti per l’approvazione, da parte della Giunta Regionale della Toscana, delle modifiche al Piano Paesaggistico (Pit). Le divergenze e incomprensioni nate dopo la presentazione del Piano da parte del Consiglio regionale sono state superate ed è stato riconosciuto, come la Cia ha sostenuto fin dal primo momento, che tutta l’agricoltura toscana rappresenta una risorsa paesaggistica».  È questo il primo commento di Luca Brunelli, presidente della Cia Toscana dopo la conferma dell’avvenuta modifica del testo del piano in risposta alle osservazioni pervenute.

Un testo, sottolinea la Cia, che esce profondamente trasformato rispetto al Piano adottato il 2 luglio scorso. In pratica, come hanno sottolineato sia il presidente Rossi, sia gli assessori Salvadori e Marson, «non possono più esserci interferenze nelle scelte colturali delle imprese agricole da parte degli strumenti di pianificazione territoriale e paesaggistica, fatti salvi, naturalmente, i casi specifici previsti dal Codice del paesaggio».

«Accogliamo con soddisfazione – precisa Brunelli – il fatto che le nostre proposte siano state pienamente recepite nel nuovo testo. Diamo atto alla Regione, al presidente Rossi, agli assessori Salvadori e Marson ed ai loro rispettivi uffici, di aver mantenuto l’impegno preso e dell’ottimo lavoro portato a termine nei confronti dell’agricoltura della nostra regione. Adesso ci siamo – prosegue Brunelli – è stato eliminato ogni fraintendimento; ora sono chiari i compiti ed i limiti della pianificazione urbanistica e paesaggistica; sono sparite le indicazioni rivolte a “limitare” le scelte imprenditoriali degli agricoltori, si è scelta la strada di una valorizzazione del paesaggio rurale fondata sulla centralità dell’agricoltura. Si tratta di un testo sostanzialmente buono che potrà essere ancora migliorato nel passaggio in Consiglio Regionale – soprattutto per quanto riguarda le “schede di ambito”-, che speriamo si concluda con la rapida e definitiva approvazione del Piano. Con il nostro Dossier – aggiunge Brunelli – ci siamo messi da subito a disposizione per un confronto aperto e costruttivo che, pur partendo da una critica radicale dell’impostazione di parti rilevanti del Piano, portasse alla costruzione di un Piano Paesaggistico condiviso, che potesse dare certezze normative agli operatori e impulso ad uno sviluppo delle aree rurali e dell’agricoltura incentrato sull’innovazione, la competitività, il dinamismo economico e la valorizzazione delle risorse produttive, ambientali e paesaggistiche del territorio.». In sintesi il Piano Paesaggistico si prefigge la tutela del territorio agricolo contro l’eccessiva urbanizzazione; il recupero delle aree già agricole ricolonizzate da arbusteti o boschi; la qualità dei paesaggi rurali e un osservatorio regionale per il paesaggio, che sarà articolato sul territorio, garantirà la possibilità di valutare tutte le questioni che dovessero presentarsi in futuro, promuovendo anche eventuali integrazioni o modifiche.

Un lungo lavoro quello della Cia per portare un contributo concreto al miglioramento del testo originale della Regione, apparso fin da subito restrittivo e penalizzante verso la cosiddetta ‘agricoltura specializzata’ (vino, ortofrutta, florovivaismo). Già nel mese di maggio – quando il Piano paesaggistico non era all’attenzione della cronaca – la Cia Toscana organizzò un seminario a Firenze per approfondire la tematica; il 2 luglio, giorno dell’adozione del Piano, la Cia uscì sulla stampa definendolo fin da subito un documento ‘luci ed ombre’ e auspicando che il territorio non diventasse una cartolina. I mesi estivi poi sono serviti per redigere un dettagliato Dossier sul PIT presentato nei primi giorni di settembre alla Regione Toscana e alla stampa.