Cia: «Ogni agricoltore toscano ne ha già cinque di cui farsi carico». Ironia della Cia Toscana sull’appello contro la proposta di Legge della Regione Toscana sugli ungulati. Luca Brunelli, presidente Cia Toscana: «Ironia a parte, la Regione vada avanti decisa, per un equilibrio ambientale necessario nell’interesse della Toscana»
18 gennaio 2016 – Ogni agricoltore in Toscana, ha già in carico suo malgrado, almeno cinque cinghiali. Invitiamo i personaggi noti e meno noti che hanno firmato l’appello contro la Legge Obiettivo, ad ‘adottare un cinghiale’; così anche loro potranno dare il proprio contributo per risolvere il problema. Un ironico “adotta un cinghiale” quindi, da parte della Cia Toscana, come risposta a chi ha aderito all’iniziativa contro la Legge dell’assessore all’agricoltura Marco Remaschi per la riduzione degli ungulati.
«Cari vip – commenta il presidente della Cia Toscana Luca Brunelli – invece di prestare il vostro nome, ammesso che sia davvero così, e di versare una commossa lacrimuccia pensando ai poveri cinghiali, dateci una mano, adottate anche voi una famigliola di questi simpatici animaletti». Purtroppo il problema degli ungulati è troppo serio per essere trattato con appelli superficiali, promossi e sottoscritti senza conoscere la realtà.
«Cari vip, adottate anche voi una famigliola di questi simpatici animaletti»
«Tutti, ambientalisti inclusi – riprende Luca Brunelli – riconoscono che l’eccessiva popolazione di ungulati, oltre 400 mila capi in Toscana, è ormai un’emergenza per l’agricoltura, per l’ambiente, per la salute e per la sicurezza stradale. Tutti sono consapevoli che occorre fermare l’aumento esponenziale di cinghiali, cervi e caprioli. Per questo occorre una decisa azione di contenimento, altro che introdurre i predatori dei cinghiali come propone qualche scriteriato !». Lo sviluppo sostenibile e l’equilibrio degli eco-sistemi, chiarisce Cia Toscana, si ottiene garantendo condizioni di “convivenza” tra attività agricola, foreste e fauna. Oggi questo equilibrio è saltato, negli ultimi 10 anni gli ungulati sono raddoppiati e di questo passo, se non si interviene con decisione, tra qualche anno in Toscana, paradossalmente, il numero di ungulati supererà quello degli abitanti. Tutti noi – conclude Cia Toscana – siamo convinti che la presenza della fauna selvatica sia un valore per la Toscana, sul piano economico, ambientale e della biodiversità. Chiediamo solo che questo valore sia gestito in equilibrio con gli altri, a partire dall’agricoltura e dalle foreste.
«La Regione Toscana vada avanti con determinazione – esorta Brunelli – con la consapevolezza che un nuovo equilibrio tra agricoltura, ambiente e fauna è necessario nell’interesse della Toscana».
Cia Toscana – Comunicato stampa 3/2016