«Lavoro nero e caporalato: due piaghe da estirpare e contro le quali la Cia torna a proporre la tracciabilità etica dei prodotti. Ma questa da sola non basta. La politica si deve impegnare nei controlli ma anche in un cambio di mentalità. Deve essere chiaro che per garantire prodotti genuini e a “sfruttamento free” gli agricoltori devono essere messi in condizioni di generare reddito, non possono essere soffocati dalla un sistema fiscale inaccettabile e da una burocrazia tanto inutile quanto costosa». Così il presidente Enrico Rabazzi.
«Tutelare il mondo agricolo, garantire la qualità dei prodotti, difendere chi ha scelto di lavorare in campagna è sempre stata la missione prioritaria della Cia per questi motivi ci è impossibile chiudere gli occhi dinanzi ai tragici fatti di cronaca che hanno macchiato il nostro settore e soprattutto al fatto che questi lutti sono conseguenza del lavoro nero e del caporalato. Fenomeni purtroppo mai estirpati e contro i quali, da sempre, poco o nulla hanno fatto la politica e le istituzioni. Quasi che il mondo agricolo faccia parte di un mondo a sé, dove i problemi si regolano all’interno di ogni comparto e che possono dunque essere trascurati». A parlare è il Vicepresidente toscano e presidente di Grosseto Cia Enrico Rabazzi.
«Noi non possiamo sostituirci alle forze dell’ordine o alla magistratura – aggiunge Rabazzi – possiamo tuttavia fare tutto quanto in nostro potere per stroncare all’origine questa deplorevole piaga. È per questo che a gran voce torniamo a rilanciamo una nostra proposta: la tracciabilità etica dei prodotti. Un marchio che completa il concetto di tracciabilità e che dovrà rappresentare il vero marchio di qualità dell’agricoltura italiana nel nostro Paese e nel resto del mondo. In altre parole intendiamo garantire al consumatore sia la qualità del prodotto sia il fatto che questo è sfruttamento free. Certo per fare questo abbiamo bisogno della sensibilità dei consumatori; molti hanno capito il valore delle etichette trasparenti e comprensibili e che la corsa al ribasso dei prezzi quasi sempre nasconde qualche cosa ma tutto questo non basta. La politica deve impegnarsi a fare di più. Oltre ai controlli nelle aziende – continua il Presidente – la politica deve cambiare regime: smettere di dipingere il settore primario come un settore privilegiato dove è possibile fare denaro senza fatica, al contrario deve decidersi a collaborare con le associazioni agricole per diffondere, sin dai primi anni di scuola, il ruolo fondamentale che il nostro settore svolge nel tutelare la salute dei cittadini, il territorio, l’ambiente e anche i diritti dei lavoratori, deve avere il coraggio di chiarire che senza reddito gli agricoltori onesti saranno costretti ad abbandonare le aziende e non potranno, loro malgrado, continuare a essete tutori di tutto ciò. Ma – conclude Rabazzi – forse la prima a dover capire tutto questo è la stessa politica».
Fonte: Cia Grosseto