Prosegue in tutta la Toscana la mobilitazione della Cia regionale. Priorità tutelare agricoltura, ambiente e sicurezza cittadini. I primi risultati dopo tre anni di lavoro della Cia. Ma i numeri degli ungulati sono in crescita: oltre 500mila capi in Toscana, 20 cinghiali per 100 ettari contro gli 0,5-5 previsti dal Piano faunistico.
Se ci sarà in tempi brevi una legge regionale per dimezzare in Toscana il numero degli ungulati, secondo quanto dichiarato alla stampa dall’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi; non potremmo che esprimere apprezzamento per il lavoro fatto. Dopo tre anni di lavoro svolto dalla Cia Toscana sull’emergenza ungulati, finalmente si iniziano a scorgere i primi risultati positivi. Bisogna avviare da subito piani di contenimento ed eradicazioni per limitare il numero degli ungulati. Le priorità sono la tutela delle produzioni agricole e dell’ambiente, oltre, ovviamente, alla sicurezza dei cittadini. Come sempre – ricorda la Cia – siamo pienamente disponibili per una collaborazione costruttiva e al confronto con le istituzioni per risolvere questo annoso problema.
Come abbiamo annunciato ad inizio di questo mese, stiamo portando avanti una mobilitazione in tutta la Toscana per mettere all’attenzione delle istituzioni e dell’opinione pubblica, ancor più di adesso, l’emergenza ungulati, che da anni, troppi anni sta affliggendo gli agricoltori toscani. Ed i risultati, in attesa della legge annunciata dall’assessore stanno arrivando. La Cia Toscana sta infatti incontrando in queste settimane il presidente della Commissione Agricoltura, assessori regionali, rappresentanti delle forze politiche, a partire dal PD. In corso anche una mobilitazione in tutte le province toscane con incontri con i prefetti, i sindaci, i presidenti delle amministrazioni provinciali, delle unioni dei comuni ed i consiglieri regionali.
Emergenza ungulati senza fine in Toscana, ricorda la Cia Toscana. Oltre 500 mila ungulati, 20 cinghiali ogni 100 ettari mentre il Piano Faunistico Regionale ne prevede 0,5-5 capi per lo stesso territorio. Per ogni agricoltore ci sono 5 capi di ungulati, un carico quasi raddoppiato in cinque anni, con danni produttivi ormai incalcolabili, se si pensa che gli ATC hanno accertato 10 milioni di euro di danni in 5 anni, a cui vanno aggiunti danni economici ed imprenditoriali assai superiori.