«Le modifiche apportate nel primo passaggio parlamentare al Senato sull’Imu agricola sono decisamente insufficienti».
Lo sottolinea Agrinsieme, spiegando che la concessione della proroga al 31 marzo per i versamenti del 2014 e il riconoscimento di una detrazione di 200 euro, a decorrere dal 2015, per gli agricoltori professionali (IAP e CD) non cambiano la sostanza del provvedimento, che perpetua l’ingiusta applicazione dell’imposta per i possessori dei terreni che non hanno queste qualifiche o che li concedono in affitto o in comodato ad agricoltori professionali. Restano, inoltre, ancora da risolvere le questioni più urgenti e inique derivanti dalla classificazione Istat, che comporta l’assoggettamento al tributo di terreni marginali e con scarsa produttività o, peggio, interessati da eventi e calamità naturali.
Il coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative agroalimentari ha chiesto -e lo ribadisce ora anche al Senato- di rivedere una scelta che si presenta, alla prova dei fatti, fonte di sperequazioni e che ha provocato legittime proteste da parte del mondo agricolo.
Agrinsieme ribadisce che proseguirà nella capillare mobilitazione sul territorio, con iniziative di sensibilizzazione di prefetti, sindaci, parlamentari, mass media e opinione pubblica su un provvedimento che richiede profonde modifiche nel prossimo esame alla Camera, a cominciare dall’abrogazione del pagamento retroattivo per il 2014.